Diario di viaggio.

Diario di viaggio

E POI SI RITORNA A CASA...

di Tonia Marsella

E poi si ritorna a casa... e niente è più come prima! Negli occhi e nel cuore, piantati come chiodi, le immagini di questi giorni, non più “guardate” attraverso i vari TG o gli approfondimenti, non più “sfogliate” sulle pagine dei giornali, ma lì davanti a me, ferite aperte, monumenti al dolore, macerie rese sacre da quanti non ci sono più, dalle migliaia di storie sepolte lì sotto, cambiate per sempre.
Ho camminato tra quelle rovine come nella più “sacra” delle Cattedrali... quel peluche appeso a quello scheletro di muro è il Crocifisso, il biliardino l’Altare e quella bambola, spettinata e rotta,
la più dolce delle Madonne... ai piedi di mille croci.
Ora tutto ha un altro sapore! Anche (o soprattutto) i gesti più semplici, quelli di tutti i giorni, che si fanno automaticamente, senza pensarci su: aprire il frigo per prendere qualcosa di fresco; chiudersi in camera per stare un po’ con se stessi, leggere un libro, ascoltare un cd;
scegliere qualcosa di carino e comodo da mettersi; telefonare ad un amico... In una tenda tutto questo non è possibile!... e non è un campeggio con gli amici dove ogni disagio ha il gusto dell’avventura e della novità... e poi si ritorna a casa e tutto è come prima!
Ho avuto il grande privilegio di ascoltare questa gente e di conoscere qualcuno dei tanti “angeli” che si prendono cura di lei (tante cose non vanno e non sono come vogliono farci credere,
ma non voglio parlarne oggi; chiedo solo di non accettare mai passivamente tutto ciò che ci viene detto ma di verificare sempre).
Questa gente mi ha aperto il suo cuore, mi ha raccontato il terrore di quei momenti, la paura del “dopo”, la loro vita sbriciolata insieme alle loro case che avrebbero dovuto proteggerla, in quegli
interminabili 30 secondi.
“Grazie per tutto quello che fate per noi”... e mi sono sentita piccola perchè, in fondo, che ci vuole?! A noi, che abbiamo tutto, non costa nulla organizzare una raccolta, fare un po’ di spesa in più, saltare su una macchina e raggiungere l’Aquila, affrontare il freddo, la pioggia, dormire per terra... la nostra casa, la nostra vita di sempre è lì che ci aspetta. “Per noi è importante sapere che ci siete, che pensate a noi, che vi date da fare, che ci siete vicini”... e avrei voluto abbracciarli tutti!
E poi si ritorna a casa... col cuore pesante. Dentro, a farmi male, mille domande e neanche una risposta... e il viaggio si fa quasi tutto in silenzio perché le parole non bastano a raccontare il dolore e la rabbia per ciò che poteva essere evitato. E in mezzo alla rabbia e al dolore, testarda come sempre, la speranza (molto flebile in verità) che un giorno l’uomo possa finalmente imparare dai propri errori… ma è ancora troppo buio intorno e proprio non riesco a vedere i
delicati colori di un giorno nuovo…

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