Interventi. Nunzio Leone


LA SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI


LO SVILUPPO DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA ATTRAVERSO L'AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE



di Nunzio Leone


Anche quest’anno in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro, il primo maggio 2009 al Quirinale, il Presidente della Repubblica ha voluto sottolineare i temi del valore del lavoro, della tutela del lavoro, dei diritti del lavoro e tra essi, la garanzia della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questo tema era stato il tema conduttore della Festa del 1° maggio 2008, davvero all’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del d.lgs. 81/08, il Testo Unico) e tale tema non scompare nel contesto odierno perché, anche se il dato delle morti bianche è sceso nel 2008, sotto la soglia dei 1.200 casi l’anno, ed è un segnale positivo ma non ancora sufficiente, tuttavia il fenomeno degli incidenti sul lavoro continua ad essere un fatto “dolorosissimo e inquietante”.
Ma l’inquilino del più alto colle della città eterna ha dato voce ad una riflessione strisciante, quella in virtù della quale la sicurezza del lavoro può abbassare la guardia e si corre il rischio di vedere una riduzione della tutele e una sottovalutazione del fenomeno infortunistico a causa delle difficoltà della crisi economica che spinge l’ economia e i datori di lavoro committenti a ricorrere più facilmente al “sommerso” e comunque al lavoro irregolare, in special modo all’impiego illegale
di immigrati.
Ecco perché tutte le iniziative di diffusione della cultura della prevenzione e della formazione al ruolo sono da salutare con attenzione ed apprezzamento.
L’Ordine degli Architetti di Taranto ha promosso l’aggiornamento professionale delle figure del coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori.
Non v’è dubbio infatti che le figure coinvolte nell’organizzazione della sicurezza e nel sistema di prevenzione protezione aziendale devono formarsi e tale obbligo si estende anche alle attività di refresh o di aggiornamento.
In tale contesto, il TUS (il Testo Unico della Sicurezza,) ha recato, nel nostro ordinamento la novità, che però sia gli RSPP che gli ASPP conoscevano dall’accordo Stato – Regioni del 2006, stipulato in attuazione del d.lgs. 195/03.
La novità risiede da un lato nella verifica dell’apprendimento del percorso formativo (il corso della durata di 120 ore), nonché dell’obbligo di aggiornamento per i coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori nei cantieri temporanei o mobili.
Tale aggiornamento conosce una cadenza quinquennale ed un numero di ore, che vengono distribuite nell’arco del quinquennio e vengono definite, nell’Allegato IV del TUS in 40 ore, quinquennio che decorre dall’entrata in vigore del dlgs. 81/08, vale a dire il 15
maggio 2008 e quindi fino al 15 maggio 20013.
Sono sorti dei problemi circa la decorrenza del predetto obbligo di aggiornamento e sulle modalità attraverso le quali assicurare il corretto svolgimento dell’attività formativa ed in modo particolare se l’attività formativa debba essere diluita in un numero di ore per anno, ovvero in un’unica soluzione di 40 ore che “spalmeranno” la loro validità sull’intero quinquennio.
In realtà l’allegato XIV del TUS, ha rimodulato i contenuti minimi del corso di formazione per i coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori ed ha previsto per le stesse figure
professionali, già formate, un aggiornamento specifico, definendo
la cadenza quinquennale e il numero di ore complessive, pari a 40, senza specificare i dettagli circa il contenuto dell’aggiornamento, ovvero fornire ulteriori indicazioni circa le modalità di organizzazione dei corsi, omettendo di individuare i soggetti idonei a deliberare sull’argomento ovvero i soggetti legittimati ad erogare l’attività formativa di aggiornamento.
In qualche maniera siamo ritornati all’esperienza del d.lgs.195 del 2003, emanato a seguito della sanzione irrogata dalla Corte di Giustizia europea al nostro paese per insufficiente recepimento della direttiva madre, all’art. 7, quello relativo alla individuazione delle capacità e dei requisiti professionali degli RSPP ed ASPP. Ma il 195 individuava nella Conferenza Stato - Regioni l’idonea
sede decisionale in grado di assicurare adeguati indirizzi circa le modalità ed ai contenuti dei corsi di aggiornamento rivolti alle figura professionali del servizio di prevenzione e protezione.
Ebbene la Conferenza Stato-Regioni, con deprecabile ritardo, aveva sancito due Accordi in tema, rispettivamente nel gennaio e nell’ottobre del 2006.
Circa i corsi di aggiornamento, l’intesa del gennaio definiva, al punto 3, i contenuti e la durata di tale attività, fissando in 40 o 60 ore per i RSPP, con la variabile del macrosettore Ateco, , e in 28 per gli ASPP. L’accordo statuiva, altresì la possibilità della FAD per l’aggiornamento, mentre l’accordo dell’ottobre annotava che la decorrenza del quinquennio di aggiornamento, era fissata dalla data di conseguimento della laurea triennale e/o della data di conclusione del modulo B e/o
dalla data di conclusione dell’aggiornamento previsto per coloro che possono fruire dell’esonero.
Quanto ai soggetti formatori autorizzati allo svolgimento dei corsi di aggiornamento, si ribadiva che erano gli stessi autorizzati ed indicati dall’art. 2, comma 3, del D. Lgs. 195/03 e al punto 4 dell’Accordo (del 26 gennaio 2006).
L’accordo definiva altresì che il monte ore complessivo di aggiornamento può essere distribuito nel quinquennio. A queste norme dovrà rimenarsi in attesa che, sulla questione dell’aggiornamento dei coordinatori introdotto dall’allegato XIV, si formi idonea regolamentazione in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Dovranno essere considerati diversi parametri quali l’esonero dalla formazione base, in ossequio a quanto statuito nell’art. 32 e la circostanza, abbastanza diffusa nel settore, che operano professionisti che hanno frequentato tale corso di formazione, quando la direttiva cantieri vide la luce (ed è trascorso oltre un decennio) e esistono ancora, il TUS ha escluso quest’ipotesi, di soggetti che hanno frequentato, in verità nella nostra realtà il dato è sconosciuto, il corso
o di durata ridotta di 60 ore.
È intuitivo se non auspicabile che i criteri già sperimentati per gli RSPP verranno estesi ai coordinatori e che le ore dovranno essere distribuite nel quinquennio.
Si dovrà specificare l’efficacia della FAD, che appare sconsigliabile per i coordinatori, sui soggetti che possono allestire le attività, le modalità di svolgimento, la presenza minima garantita, il numero massimo dei partecipanti.
È legittimo, se non quasi un percorso obbligato, ritenere che si opererà in analogia con gli accordi del 2006.
Le numerose edizioni dei corsi si sono svolte nella sede dell’Ordine tarantino e durante quest’attività formativa sono stati passati in rassegna gli elementi di novità e le criticità sorte con l’abrogazione della direttiva cantieri e con la trasposizioni delle norme in tema di sicurezza nel cantiere edile, ovvero temporanei e mobili nel Titolo IV del TUS.
La partecipazione degli architetti tarantini à stata ampia e l’interesse notevole, nella diffusa
consapevolezza che i tecnici e i professionisti sono i principali partners della sicurezza nel sistema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, a partire dal cantiere edile.
Durante l’attività di formazione e di aggiornamento sono stati approfonditi i profili dei soggetti
coinvolti, i livelli di responsabilità, le diverse forme di sanzioni, penali ed amministrative, ma tutto il percorso formativo è stato orientato ad una nuova presa in carico del fenomeno infortunistico, sia nel senso di costo sociale sia nel senso di costi per l’impresa.
Si è fatto strada la valenza della formazione e del processo educativo che deve permeare il rapporto di lavoro, a partire dal contratto d’appalto, ma anche gli esempi e le sanzioni per modificare abitudini e comportamenti.
Un giusto mix di norme giuridiche e di modelli comportamentali. Così si lavora per la crescita culturale e per quella professionale che è il nuovo viatico per un paese moderno e civile.
Chi salva una vita salva l’umanità, recitava un antico proverbio popolare.
È proprio il caso di dire che è vero, ma per raggiungere quest’obiettivo c’è da sviluppare cultura
della sicurezza, della prevenzione e della legalità., un trittico davvero vincente.

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